di Maria Antonietta Spanu

Negli ultimi mesi i giornali hanno riferito del completamento di due progetti che hanno riguardato due organizzazioni ragguardevoli per dimensioni e valenza: il Consiglio Nazionale delle Ricerche e le aziende sanitarie toscane. I due progetti sono rispettivamente il “Bilancio di Genere” (CNR, 2021) e “Il Bilancio di genere nelle aziende sanitarie toscane. Rilevanza e ricadute nella organizzazione del lavoro”, quest’ultimo promosso da ANAAO Toscana e condotto dal team di ricerca del laboratorio “Management e Sanità” (MeS) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Date le dimensioni del campo analizzato, i due progetti sono significativi per comprendere quanto la prospettiva di genere sia entrata nella definizione delle priorità e delle strategie di amministrazioni rilevanti per gli interessi regionali e nazionali.

“Bilancio di genere” del CNR

Il CNR ha completato il suo primo bilancio di genere e l’ha presentato il 16 giugno 2021. Poiché si tratta del più grosso istituto di ricerca italiano, i dati di questo studio rappresentano anche un osservatorio sulle condizioni di salute del rapporto donne-STEM.
La componente femminile è pari al 47% del totale dei dipendenti. È maggioritaria nel personale tecnico-amministrativo (76,4%) e minoritaria nel personale tecnico (36,6%). Nell’ambito del personale di ricerca è sostanzialmente in linea con la percentuale relativa al totale dei dipendenti (46,8%), ma si riduce al 22% nei ruoli dirigenziali.
La notizia nella notizia è che a rappresentare il CNR in qualità di presidente nella cerimonia del 16 giugno c’era Maria Chiara Carrozza, la prima donna in questo ruolo (nomina del 12.4.2021), 98 anni e 22 uomini dopo. Come lei stessa ha dichiarato in una intervista, «una donna che nomina un’altra donna è il passaggio a una nuova era, un simbolo dell’empowerment femminile e di quello che le ragazze possono ottenere, un modello nella loro carriera» (la Repubblica, 12.4.2021)[1].
Accanto a lei erano presenti anche Sveva Avveduto, presidente di “Donna e Scienza”, e Antonella Polimeni, prima donna a ricoprire il ruolo di rettore della Sapienza (13.11.2020).

“Il Bilancio di genere nelle aziende sanitarie toscane”

Il progetto ha avuto inizio nel gennaio 2020 e ha riguardato le aziende sanitarie e ospedaliere di tutta la Toscana. L’obiettivo generale era di “incentivarle a riflettere su come le differenze di genere impattino sul funzionamento organizzativo e su come queste vengano valorizzate e tutelate per rispondere con atti concreti alle esigenze della dirigenza medica e della dirigenza sanitaria di genere femminile”[2].
I dati riportati segnalano che le presenze maschili sono predominanti (l’86%) tra i dirigenti medici con incarico di struttura complessa (86%) e i dirigenti con incarichi di struttura semplice (60%).
Tra i dirigenti con altri incarichi professionali le presenze femminili superano quelle maschili (56%).
Nelle specializzazioni non mediche le dirigenti sono la maggioranza e “rappresentano l’82% dei dirigenti biologi, il 79% dei dirigenti farmacisti, il 76% dei dirigenti psicologici, il 54% dei dirigenti fisici”.

Entrambi i progetti evidenziano che la forbice tra uomini e donne si allarga quando si prendono in considerazione i ruoli apicali. Segno che la strada è ancora lunga.

 

[1] https://bologna.repubblica.it/cronaca/2021/04/12/news/carrozza_al_cnr_saro_prima_tra_pari_la_ricerca_al_centro_-300904684/

[2] http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=93936 .