Pace a tutti gli uomini di buona volontà. Ma guerra agli altri. Perché ne abbiamo abbastanza. Aggressioni scioviniste sul web, risse, stupri, omicidi. L’invisibilità delle donne, escluse dai ruoli decisionali. In una parola: il machismo al potere. Da troppo tempo siamo governati dall’internazionale del testosterone: Trump, Putin, Xi Jinping, Bolsonaro, Erdogan, Johnson.

Risultato: un’emergenza migratoria non gestita, una crisi economica infinita, un pianeta in fiamme. E un clima di arroganza e di odio che favorisce il diffondersi del populismo e mina le istituzioni democratiche. Quindi, risparmiateci altri aspiranti autocrati con più panza che sostanza e dateci più ragazze. Sportive grintose come Milena Bartolini, attiviste determinate come Greta Thunberg, politiche autorevoli come Ursula von der Leyen e Christine Lagarde e, oltreoceano, Nancy Pelosi.

Ci riterremo soddisfatte quando avremo raggiunto i giusti obiettivi: equal pay e un 50 per cento nei consigli di amministrazione, nei parlamenti, nei governi.

In questo interessante e graffiante reportage giornalistico, Lilli Gruber propone anche un manifesto per motivare le donne a impegnarsi per raggiungere il potere nella politica come nelle scienze e nello sport. Ritiene, infatti, che il contributo femminile possa cambiare positivamente la storia e rappresentare una possibilità di salvezza per una umanità consumata da atteggiamenti prepotenti e di distruzione.

Mi ha ricordato quando Jeromy Rifkin scriveva che l’umanità sarebbe andata verso l’entropia globale o l’empatia globale. Il potere delle donne sarà di grande aiuto ad andare verso l’empatia globale, indispensabile per avere un futuro.

Recensione di Anna Emanuela Tangolo